lunedì 29 dicembre 2014

PIETER PAUL RUBENS: L'EDUCAZIONE DI MARIA DÈ MEDICI

Maria dè Medici era la vedova di Enrico IV di Francia. Era molto amante dell'arte e, infatti, desiderava due serie di quadri per decorare il suo nuovo Palais Du Luxembourg: una serie che descrivesse gli atti della sua vita, e una serie dedicato alla storia del marito defunto.
Fu scelto Rubens, personalità di spicco presso le corti di quel tempo. Il ciclo di Enrico IV non fu mai terminato, ma, concluse 24 grandi tele sui fatti salienti della vita di Maria.
Una delle scene salienti è, per l'appunto, l'educazione di Maria Dè Medici: indossa un abito semplice ed elegante, con fili di perle al collo e tra i capelli, la sua capigliatura baroccheggiante ricorda le teste del Michelangelo. Stando in ginocchio, impugna un calamaio e un calamo di penna di corvo, e scrive su un quaderno appoggiato alle ginocchia di Minerva.
In primo piano troviamo Apollo intento in una serenata mentre il Dio Mercurio scende da una cascata per sfiorarla con il suo caduceo, la magica bacchetta con due serpenti intrecciati.
Apollo è raffigurato come il Dio della poesia e della musica mentre ispira Maria col canto.
A terra, sul pavimento, possiamo vedere lo scudo di Minerva con la testa con capelli di serpenti di Medusa.
Da menzionare, sono anche le tre grazie: Aglaia, Eufrosine e Talia. Rubens voleva che le Grazie fossero interpretate in senso neoplatonico, egli si dilettava a dipingere nudi femminili, e qui, non delude, nonostante la carnalità sia leggermente attenuata.

giovedì 11 settembre 2014

ARTEMISIA GENTILESCHI

Artemisia Gentileschi è una delle poche protagoniste femminili della Storia dell'arte europea che meglio incarna la figura di discepola di CARAVAGGIO.

Artemisia Gentileschi, che ebbe modo di fare fruttare il suo talento, è stata una delle poche donne "sfuggite" tra le maglie del rigidissimo sistema sociale che vedeva le donne escluse dalla pittura.

Nata nel 1583, l'8 luglio, a ROMA, comincia a lavorare fin da piccola con il padre ORAZIO, anche lui fedele seguace della scuola CARAVAGGESCA.

Artemisia mostrò ben presto un talento precoce, che venne nutrito dallo stimolante ambiente romano  e dal fermento artistico che gravitava intorno alla sua casa, frequentata assiduamente da altri pittori, amici e colleghi del padre. Poiché lo stile del padre, in quegli anni, si riferiva esplicitamente all'arte del Caravaggio (con cui Orazio ebbe rapporti di familiarità), anche gli esordi artistici di Artemisia si collocano,sulla scia di Caravaggio che conobbe personalmente. 

La sua prima opera compiuta a soli diciassette anni fù: Susanna e i vecchioni del 1610.
La tela è sicuramente influenzata da Caravaggio ma lascia intravedere l'influenza di Annibale Carracci, protagonista indiscusso della scuola bolognese. Per i critici del tempo la tela è associata al rapporto molto complesso tra Artemisia, il padre e Agostino Tassi, il pittore che nel 1611 la stuprò: uno dei due Vecchioni nella tela è particolarmente giovane con la barba incolta e nera e probabilmente alluderebbe allo stesso Tassi, pittore molto amico del padre che non potette "rimediare" allo stupro con un matrimonio essendo già sposato.
Secondo la cronaca del tempo, la testimonianza dello stupro da parte della Gentileschi fù davvero un racconto nudo e crudo che qui sotto viene parzialmente riportato:

« Serrò la camera a chiave e dopo serrata mi buttò su la sponda del letto dandomi con una mano sul petto, mi mise un ginocchio fra le cosce ch'io non potessi serrarle et alzatomi li panni, che ci fece grandissima fatiga per alzarmeli, mi mise una mano con un fazzoletto alla gola et alla bocca acciò non gridassi e le mani quali prima mi teneva con l'altra mano mi le lasciò, havendo esso prima messo tutti doi li ginocchi tra le mie gambe et appuntendomi il membro alla natura cominciò a spingere e lo mise dentro. E li sgraffignai il viso e li strappai li capelli et avanti che lo mettesse dentro anco gli detti una stretta al membro che gli ne levai anco un pezzo di carne »
(Eva Menzio (a cura di), Artemisia Gentileschi, Lettere precedute da Atti di un processo di stupro, Milano, 2004)


Nel 1612 raffiugurò la violente scena di Giuditta che decapita Oloferne  conservata al Museo Capodimonte di Napoli,che fù interpretata come desiderio di rivalsa rispetto alla violenza subita.
Dopo la conclusione del processo, Orazio combinò per Artemisia un matrimonio con Pierantonio Stiattesi, modesto artista fiorentino, che servì a restituire ad Artemisia, violentata, ingannata e denigrata dal Tassi, uno status di sufficiente "onorabilità". La cerimonia si tenne il 29 novembre 1612.
La coppia si stabili' a Firenze dove la donna conobbe un grande successo: venne accettata nell'Accademia delle arti e del disegno e fù la prima donna a godere di cotanto privilegio.


Danae, Saint Louis Art Museum, St. Louis, Missouri



Appartengono al periodo fiorentino la Conversione della Maddalena e la Giuditta con la sua ancella di Palazzo Pitti e una seconda (dopo quella di Napoli dipinta 8 anni prima) versione della Giuditta che decapita Oloferne agli Uffizi.
Nonostante il successo, a causa di spese eccessive, sue e di suo marito, il periodo fiorentino fu tormentato da problemi con i creditori. Si può ragionevolmente collegare al desiderio di sfuggire all'assillo dei debiti, il suo ritorno a Roma che si realizzò in maniera definitiva nel 1621.
Nel 1630 Artemisia si recò a Napoli.


Adorazione dei Magi, Cattedrale di Pozzuoli
L'esordio artistico di Artemisia a Napoli è rappresentato forse dalla Annunciazione del Museo di Capodimonte.


San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli, Cattedrale di Pozzuoli
 Artemisia si trovò a dipingere tre tele per una chiesa, lacattedrale di Pozzuoli: San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli, l'Adorazione dei Magi eSanti Procolo e Nicea.
Sono del primo periodo napoletano opere quali la Nascita di San Giovanni Battista alPrado, Corisca e il satiro in collezione privata.
 In queste opere Artemisia dimostra, ancora una volta, di sapersi aggiornare sui gusti artistici del tempo e di sapersi cimentare con altri soggetti rispetto alle varii utilizzando una fortissima carica espressiva ed una forte intensità dei gesti dei personaggi che la rendono una delle pittrici più apprezzate nel panorama Napoletano del 600



lunedì 8 settembre 2014

LA BOTTEGA DEL MACELLAIO

 
ANNIBALE CARRACCI: LA BOTTEGA DEL MACELLAIO, 1582-1583, Christ Churc ad Oxford.

La macelleria di Annibale si rifà alle scene con il Sacrificio di Noè raffigurate da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina e da Raffaello nelle Logge del Palazzo Apostolico. Opere che Annibale, pur non avendone conoscenza diretta (essendo ancora lontano il suo soggiorno a Roma), ben poteva conoscere tramite incisioni da esse tratte.

L’assonanza tra alcune figure della Macelleria di Annibale e quelle delle scene dedicate a Noè da Michelangelo e Raffaello è evidente, come per il macellaio in ginocchio, al centro della composizione, che si accinge a sgozzare un capretto, ripresa della figura raffaellesca che sta compiendo la medesima azione. Anche il macellaio, in piedi al centro, davanti al banco, ha una posizione simile a quella di Noè, dietro l’altare, nell’affresco di Michelangelo.
Annibale, nella raffigurazione dei macellai, omette ogni elemento di trivialità, o di greve comicità, non di rado riscontrabili nei dipinti di genere dedicati alla raffigurazione di mestieri umili; al contrario egli descrive con assoluta chiarezza e spregiudicata verosimiglianza – quasi documentaristica – le attività che si svolgono in una macelleria. Invero, i beccai di Annibale non hanno nulla di volgare, pur trattandosi di un mestiere all’epoca ritenuto sgradevole: anzi essi sono pieni della dignità loro conferita da un lavoro alacre e faticoso. Da vita a una rappresentazione realistica data dalla spontaneità e credibilità dei gesti dei beccai intenti nei loro compiti.
Anche sul piano compositivo la Grande macelleria ha degli importanti elementi di originalità: i bottegai all’opera sono raffigurati a figura intera – mentre molte delle composizioni di genere di analogo soggetto preferiscono la mezza figura – e sono disposti ordinatamente nell’ampio spazio della bottega (che Annibale raffigura dall’interno). Elemento che il Carracci ha mutuato dagli affreschi vaticani di Michelangelo e Raffaello cui si è ispirato anche per la disposizione degli astanti nello spazio.

Nel dipinto di Oxford, inoltre, vi è equilibrio tra i protagonisti umani della scena e le vivande (in questo caso la carne), mentre, nelle composizioni di genere pur prossime alla tela carraccesca, queste ultime tendono ad assumere un ruolo dominante: è la capacità del pittore di riprodurle con realismo e in grande varietà e quantità, l’effetto ricercato. Nella Macelleria di Annibale, diversamente, il fulcro del dipinto non è tanto la raffigurazione della merce esposta in bottega (per quanto l’opera eccella anche in questo senso), quanto piuttosto il lavoro dell’uomo.

sabato 6 settembre 2014

FRANCESCO HAYEZ

NONOSTANTE LA SUA FORMAZIONE NEOCLASSICA, FRANCESCO HAYEZ, VIENE CONSIDERATO IL PADRE DEL MOVIMENTO ROMANTICO IN ITALIA.
NATO NEL 1791 A VENEZIA, IRROMPE NEL PANORAMA ITALIANO CON LA SUA OPERA " PIETRO ROSSI PRIGIONIERO DEGLI SCALIGERI" ESPOSTA A MILANO NEL 1820.
LE NOVITÀ ASSOLUTE DEL DIPINTO LO RENDONO SUBITO FAMOSISSIMO: IL SOGGETTO, TRATTO DALLA STORIA MEDIEVALE, LA RICERCA DELLA VEROSIMIGLIANZA NELLA COSTRUZIONE AMBIENTALE, LA PROPENSIONE AL SENTIMENTO E ALLA MARCATA GESTUALITÀ VISIBILE NELLE DONNE IN LACRIME.
NEGLI ANNI SUCCESSIVI LE OPERE DEL PITTORE CONTINUARONO A INTERPRETARE GLI IDEALI DELLA COMMITTENZA:
"LA CONGIURA DEI LAMPUGNANI" DEL 1826 RACCONTA LA CONGIURA CONTRO IL TIRANNO SFORZA DEL 1476.
IL PITTORE ISOLA IN PRIMO PIANO I TRE GIOVANI PRONTI A SFODERARE IL PUGNALE MENTRE SULLO SFONDO ABBIAMO LA FOLLA E L'ARRIVO DEL DUCA.
CARATTERISTICA DELL'HAYEZ E DEL ROMANTICISMO ITALIANO È QUINDI IL VOLER RAFFIGURARE UN EPISODIO DEL PASSATO DANDO PARTICOLARE ATTENZIONE AL PERIODO MEDIEVALE, CARO AI ROMANTICI.
IN UN SOLO CASO HAYEZ SI ISPIRÒ AD UN EVENTO CONTEMPORANEO "I PROFUGHI DI PARGA" DEL 1830 SENZA RINUNCIARE ALL'IMPOSTAZIONE TEATRALE FREQUENTE NELLE SUE OPERE, ANZI ACCENTUANDOLA COME SI VEDE NEL CORO IN PRIMO PIANO.
UN'OPERA SINGOLARE È IL FAMOSISSIMO "BACIO" DEL 1859 CHE SEBBENE SI POSSA COLLOCARE NEL FILONE SENTIMENTALE, IL PUBBLICO, ABITUATO A LEGGERE LE OPERE IN CHIAVE POLITICA, VEDEVA NEL GIOVANE DEL BACIO UN COMBATTENTE RISORGIMENTALE.



giovedì 28 agosto 2014

MADONNA DEL CANCELLIERE ROLIN

SE SIETE RIMASTI AFFASCINATI DAI CONIUGI ARNOLFINI DI JAN VAN EYCK, NON POTETE NON APPASSIONARVI A QUESTA NUOVA OPERA DELLO STESSO AUTORE: LA MADONNA DEL CANCELLIERE ROLIN DATATA AL 1435 E CONSERVATA NEL MUSEO DEL LOUVRE A PARIGI.
L'OPERA FU DIPINTA PER IL CANCELLIERE DI BORGOGNA E DI BRABANTE, RODIN (RITRATTO NEL DIPINTO).
ANTICAMENTE IL DIPINTO AVEVA UNA CORNICE LIGNEA ORMAI PERDUTA DOVE SI TROVAVANO DELLE ISCRIZIONI DIPINTE.
IL COMMITTENTE (COME ABBIAMO GIÀ ACCENNATO ESSERE RODIN) PREGA IN GINOCCHIO DI FRONTE ALLE DUE FIGURE SACRE, LA MADONNA E IL BAMBINO. QUEST'ULTIMO RISPONDE ALL'INCHINO BENEDICENDOLO. A DESTRA ABBIAMO UN ANGELO CHE INCORONA LA VERGINE CON UNA PREZIOSA CORONA.
COME SAPPIAMO, OGNI ELEMENTO È RAFFIGURATO NEI MINIMI DETTAGLI COME LA SCUOLA FIAMMINGA IMPONE.
ED È PROPRIO QUESTA ESASPERATA ATTENZIONE AL DETTAGLIO CHE CONTRADDISTINGUE I FIAMMINGHI DAI PITTORI ITALIANI DEL PERIODO: SE IN ITALIA, TUTTO ERA RICONDUCIBILE ALL'UOMO, QUI, IN QUESTA VISIONE TANTO ATTENTA AL DETTAGLIO,L'UOMO NON PUÒ ESSERE IL CENTRO DEL MONDO.
SE GUARDIAMO ATTENTAMENTE IL DIPINTO ,POSSIAMO RIMANERE AFFASCINATI DAL LOGGIATO CARATTERIZZATO DA RICCHE COLONNE, BASSORILIEVI E, ATTRAVERSO UNA TRIPLICE ARCATA (SIMBOLO DELLA TRINITÀ) POSSIAMO NOTARE UNA TERRAZZA DALLA QUALE PRENDIAMO VISIONE DI UNA CITTÀ FLUVIALE, TIPICA DELLA ZONA (AUTUN) DOVE IL TUTTO È UNITO DA UNA LUCE SOFFUSA.
LA PRECISIONE NEL DETTAGLIO CI FA SCORGERE ANCHE UNA CATTEDRALE GOTICA, UN PONTE CON TORRE, VARI CAMPANILI E UN'ISOLETTA. IN LONTANANZA IL PAESAGGIO È SFUMATO COME IMPONEVA LA PROSPETTIVA AEREA CARA AI FIAMMINGHI.
LA TERRAZZA OSPITA UN GIARDINO RECINTATO CHE È IL SIMBOLO DELLA VERGINITÀ DI MARIA, DOVE CRESCONO DEI FIORI DAGLI SVARIATI SIGNIFICATI COME:
°GIGLIO: PUREZZA DELLA VERGINE
°ROSE ROSSE: PASSIONE DI GESÙ

INOLTRE ABBIAMO:
°PAVONI: SIMBOLO DI IMMORTALITÀ
°GAZZE: SIMBOLO DI VANITAS
Dettaglio
I bassorilievi
NEL PARAPETTO MERLATO DEL TERRAZZO SI AFFACCIANO DUE PERSONAGGI CHE INDOSSANO COPRICAPI ELABORATI CHIAMATI: CAPPERONE. PROBABILMENTE SONO LO STESSO VAN EYCK ED UN SUO ASSISTENTE.
IL LOGGIATO È RICCO DI DECORAZIONI:
I MARMI SONO PREGIATI, VI SONO MOLTISSIMI CAPITELLI E BASSORILIEVI ISTORIATI CON LA GENESI. LE COLONNE DELL'APERTURA, ALLA BASE, HANNO DEI CONIGLIETTI SCHIACCIATI A SIMBOLEGGIARE LA PUNIZIONE DEL PECCATO DELLA LUSSURIA.
ALTRI PECCATI CAPITALI POSSIAMO RISCONTRARLI NELLE SCENE BIBLICHE DOVE ABBIAMO SUPERBIA, INVIDIA E ACCIDIA E  INVECE IL PECCATO "IRA" NELLE TESTINE LEONINE DEI CAPITELLI.
COME ABBIAMO GIÀ DETTO, ROLIN, HA UNA POSIZIONE DI PREGHIERA. LE SUE VESTI SONO COSTOSE, CON BROCCATI DORATI E BORDI DI PELLICCIA.
È APPOGGIATO A UNO SGABELLO DI VELLUTO VERDE DOVE SI TROVA UN LIBRO DI PREGHIERE MINIATO CHE CI FÀ CAPIRE, ANCORA UNA VOLTA, IL SUO STATUS SOCIALE.
LA VERGINE È AVVOLTA DA UN MANTO ROSSO MOLTO GRANDE TANTO DA NASCONDERE IL CORPO DELLA VERGINE E IL PAVIMENTO, QUASI A INCOMBERE SULLO SPETTATORE.
IL BORDO È ORNATO DA UNA FASCIA-GIOIELLO CON PERLE PREZIOSE.


IL BAMBINO VIENE RAPPRESENTATO CON UN GRANDE REALISMO NELLA DESCRIZIONE DELLA CARNE CON LE PIEGHETTE E LA CAPIGLIATURA BIONDA.
IN MANO HA UN GLOBO CON LA CROCE CHE SIMBOLEGGIA IL SUO POTERE IN TERRA.
INFINE L'ANGELO VIENE RAFFIGURATO LEGGIADRO IN VOLO  NONOSTANTE PORTI UNA PESANTE CORONA TRA LE MANI. ANCHE LA CORONA VIENE RAFFIGURATA CON UN LUSSO ESAGERATO.



lunedì 25 agosto 2014

I CAPOLAVORI DELL'ARTE IN EDICOLA CON IL CORRIERE DELLA SERA




Il Corriere della Sera è lieto di presentare una nuova collana dedicata alle opere d’arte: “I Capolavori dell’arte”. Si tratta di una esclusiva raccolta di 35 monografie curata e introdotta da Philippe Daverio, noto critico d’arte, giornalista oltre che autore e conduttore televisivo di Passepartout, Emporio Daverio e Il Capitale. 
La collana: 

La collana, che sarà in edicola dal 28 Agosto in allegato al quotidiano, rappresenta un nuovo affascinante percorso per comprendere a fondo il mondo dell’arte. 

Partendo dall’analisi di un capolavoro, ogni volume ripercorre la vita dell’artista attraverso le sue opere più significative e offre un’ampia panoramica sui suoi contemporanei.
Ogni singola uscita, inoltre, è arricchita da una sezione antologica, con scritti degli artisti e contributi dei più importanti scrittori, pittori e storici dell’arte (da Giulio Carlo Argan ed Ernst Gombrich a Roberto Longhi, Carlo Levi e Bernard Berenson), che spiega e completa il racconto della vita dei maestri e della loro produzione artistica.

Caratteristica importante dei volumi è che essi trattano il tema dell’arte in una maniera non impegnativa, i testi, proposti in un linguaggio semplice, risulteranno chiari e di facile consultazione.

Il Costo
Il primo volume sarà in edicola al costo lancio di 1€ più il prezzo del quotidiano. Dalla seconda uscita invece, il prezzo sarà di 5,90 € (di assoluta convenienza rispetto alla qualità del prodotto offerto).

Dettaglio Volumi 
La prima uscita dell’opera, disponibile in edicola dal 28 agosto e per le 2 settimane successive, è dedicata a Botticelli e al suo capolavoro “Nascita di Venere”.
La monografia è suddivisa in 4 sezioni: la prima, dopo un’introduzione di Philippe Daverio, conterrà un’analisi dettagliata sull’opera e la sua ispirazione. La seconda è dedicata alla vita dell’artista e alle sue opere maggiori. Una sezione è dedicata ad un approfondimento sul suo tempo: da quello di Lorenzo il Magnifico a la repubblica di Savonarola fino ai suoi contemporanei. Infine alcuni scritti di e su Botticelli contenenti  un’ampia antologia critica.
La seconda uscita, in edicola il 4 Settembre (5,90€), è dedicata invece a Caravaggio e al suo capolavoro “Canestra di frutta”;  la terza uscita (11 Settembre) a Renoir con approfondimento sulla sua opera maggiore “Ballo al Moulin de la Galette”; quarta uscita tutta per Michelangelo e il “Tondo Doni”. 

venerdì 22 agosto 2014

RITRATTO DEI CONIUGI ARNOLFINI

ERA IL 1434 QUANDO IL FIAMMINGO JAN VAN EYCK DIPINSE : IL RITRATTO DEI CONIUGI ARNOLFINI CUSTODITO DAL 1842 NELLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA DOPO ESSERE STATO NELLA COLLEZIONE REALE SPAGNOLA E SUCCESSIVAMENTE RUBATO DALL'ESERCITO FRANCESE DURANTE LA GUERRA D'INDIPENDENZA.
AD ESSERE CERTI CHE LA MAESTRIA NEL DIPINGERE FOSSE OPERA DI VAN EYCK, L'OPERA È FIRMATA CON LA DICITURA "JOHANNES DE EYCK  FUIT HIC" PROPRIO SOPRA LO SPECCHIO NEL FONDO.
L'OPERA RAFFIGURA IL MERCANTE GIOVANNI ARNOLFINI E SUA MOGLIE GIOVANNA CENAMI, ENTRAMBI LUCCHESI E DI FAMIGLIE BENESTANTI, NELL'ATTO DI COMPIERE UN SOLENNE GIURAMENTO PRIMA DEL MATRIMONIO.

LA SCENA È RAPPRESENTATA CON QUELLA MINUZIOSA (OSEREI DIRE ANCHE OSSESSIVA) PRECISIONE CHE CARATTERIZZA I PITTORI FIAMMINGHI:
A PARTIRE DALLO SFARZO CHE È AMPIAMENTE "DENUNCIATO" DAI VESTITI DEI DUE CONIUGI PESANTI E RICERCATI :  LUI INDOSSA UN MANTELLO CON LE FALDE FODERATE DI PELLICCIA ED IL CAPPELLO MOLTO LARGO CHE VENIVA USATO NELLE OCCASIONI SOLENNI.
LEI, UN PREZIOSO ABITO DI CHIARA ORIGINE FIAMMINGA CON GUARNIZIONI DI PELLICCIA.
 I CAPELLI, OLTRE AD ESSERE ELABORATI, SONO QUASI INCASTONATI IN UN VELO MERLATO, UNA PREZIOSA  COLLANA, VARI ANELLI E UNA CINTURA COLOR ORO, DECORANO LA DONNA.
CONTINUANDO IL NOSTRO VIAGGIO CARATTERIZZATO DAL DETTAGLIO, ANDIAMO A SCRUTARE LA CAMERA: COMPARE, COME DI NORMA, IL LETTO NUZIALE, SIMBOLO DI UNIONE MATRIMONIALE.
NELLA TESTIERA DEL LETTO SI VEDE INTAGLIATA UNA DONNA CON UN DRAGO AL DI SOTTO. CON MOLTA PROBABILITÀ LA DONNA È LA SANTA MARGHERITA PROTETTRICE DELLE PARTORIENTI ANCHE SE LA SPAZZOLA CHE SI TROVA AL SUO FIANCO, POTREBBE FAR PENSARE A SANTA MARTA, PATRONA DELLA CASA.

GLI ZOCCOLI A TERRA SONO INVECE UTILIZZATI IN CASA PER PROTEGGERE LE COSTOSE CALZATURE CHE VENIVANO INDOSSATE AL DI FUORI IN MODO DA NON ESSERE ROVINARE.
VICINO AL LETTO TROVIAMO UN TAPPETO ANCH'ESSO MOLTO LUSSUOSO E COSTOSO CHE FA EVINCERE, ANCORA UNA VOLTA, IL RANGO SOCIALE DEI PROTAGONISTI.
SE GUARDIAMO MOLTO ATTENTAMENTE IL QUADRO,  NOTIAMO INOLTRE DELLA FRUTTA SUL DAVANZALE VICINO A GIOVANNI ARNOLFINI:
SONO ARANCE IMPORTATE DEL SUD ED ERANO UN LUSSO PER IL POPOLO NORD EUROPEO, SOLO PER POCHI.

NEL FONDO, POSSIAMO NOTARE UN PICCOLO ROSARIO DI FIANCO ALLO SPECCHIO. ERA UN PRESENTE DONATO DAL FIDANZATO ALLA FUTURA MOGLIE.





A MIO AVVISO IL PILASTRO DEL QUADRO E LA NOVITÀ ASSOLUTA È LO SPECCHIO CHE CI MOSTRA IL RESTROSCENA DEL DIPINTO CON UNA MINUZIOSITÀ MICROSCOPICA IMPRESSIONANTE: INTORNO SONO RAPPRESENTATI I DIECI EPISODI DELLA PASSIONE DI CRISTO.
RICONOSCIAMO:
  • Orazione nell'orto
  • Cattura di Cristo
  • Giudizio di Pilato
  • Flagellazione di Cristo
  • Salita al Calvario
  • Crocefissione (in alto al centro)
  • Deposizione
  • Compianto
  • Discesa al Limbo
  • Resurrezione
ALL'INTERNO DELLO SPECCHIO VEDIAMO INVECE I DUE PROTAGONISTI DI SPALLE, PROBABILMENTE I DUE TESTIMONI E IL PITTORE STESSO.
PROSEGUENDO INCONTRIAMO IL LAMPADARIO: HA SEI BRACCIA MA UNA SOLA È ACCESA COME SIMBOLO DELLA FIAMMA DELL'AMORE

A CONCLUDERE QUESTO IMMENSO PANORAMA, COMPARE ANCHE IL MONDO ANIMALE: IL PICCOLO CAGNOLINO AL DI SOTTO DEI CONIUGI RAPPRESENTA LA FEDELTÀ E LA NOBILTÀ DELLA COPPIA POICHÈ ERA UN LUSSO DI POCHI POSSEDERE UN ANIMALE IN CASA.